Patrizia Licata
Di Patrizia Licata

Stress da cambiamento, che cosa fare se il tuo personale IT è in crisi

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Jun 05, 20235 minuti
Leadership ITGestione del personale

La pressione esercitata sui dipartimenti IT dall’emergenza Covid e dalla trasformazione digitale può tradursi in un senso di spossatezza e perdita di concentrazione. I CIO sono chiamati a mettere in campo le loro doti organizzative e relazionali per riportare produttività nel team. Ecco come hanno reagito alcune imprese italiane e quali sono le nuove fonti di stress da cambiamento

Tired business man suffering from headache at work. Mid man entrepreneur feeling stressed while pressing eye standing and leaning at glass wall in office. Depressed businessman suffering from migraine
Credito: Rido / Shutterstock

Nel picco della crisi pandemica e in piena digital transformation un’azienda italiana “della fabbricazione di poltrone e divani, con sede centrale in Puglia”, si è rivolta al Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione dell’Università degli Studi di Bari per una consulenza. L’obiettivo? Gestire lo stress da cambiamento monitorando la risposta dei dipendenti in termini di partecipazione e impatto emotivo, come si legge nel paper delle professoresse Maria Luisa Giancaspro e Amelia Manuti del Dipartimento universitario barese (Edizioni Centro Studi Erikson, 2020).

Anche in Italia, il fenomeno della spossatezza da cambiamento colpisce fortemente il personale IT – Gartner la definisce “IT employee change fatigue” – e ha assunto una dimensione di urgenza a partire dalla pandemia da Covid-19, con il ricorso allo smart working, l’accelerazione della digitalizzazione e la concorrenza delle grandi piattaforme online.

Il punto è che il cambiamento non si è più fermato. Le tecnologie evolvono e gli scenari globali si modificano, con stravolgimenti quali la crisi delle supply chain, la guerra in Ucraina, l’inflazione. Lo staff IT è, di nuovo, messo di fronte al rischio di “change fatigue”, perché i cambiamenti si riversano sulle scelte delle soluzioni e dei processi di innovazione.

Stress da cambiamento, CIO in prima linea

“Soprattutto dopo la pandemia, che ha richiesto in molte realtà una totale riorganizzazione e digitalizzazione delle attività, il fenomeno dello stress da lavoro correlato si è accentuato. E i Chief Information Officer si sono trovati in prima linea”, affermaAlessandra Dealessi, Senior Operation Manager di Keystone Executive Search (divisione di Randstad Italia che si occupa di executive search). “I CIO hanno dovuto prendere coscienza dello sforzo a cui sono sottoposti i collaboratori e mettere in campo capacità comunicative e di ascolto”.

Nel suo studio dedicato ai leader delle divisioni tecnologiche, Gartner definisce la “IT employee change fatigue” come una reazione negativa al cambiamento continuo. Si manifesta con un senso di apatia, frustrazione o addirittura esaurimento, che finisce col danneggiare i risultati lavorativi, portando a difficoltà di concentrazione e scarsa capacità di risolvere problemi.

Non a caso, descrivendo il caso dell’azienda italiana dei divani, le professoresse Giancaspro e Manuti parlano di “sforzi psicologici e fisici” che il personale è chiamato ad attuare di fronte al cambiamento.

Le sfide del 2023 che mettono pressione sull’IT

Nel 2023, alcune aree della digitalizzazione emergono come ad alto potenziale di stress per il personale IT. Secondo i trend osservati da Keystone sul mercato italiano, la prima è la cybersicurezza, per via del mutamento costante delle tecniche usate dai cyber-criminali. In più, la situazione internazionale ha portato a un incremento dei casi di attacchi alle infrastrutture critiche e ai siti governativi.

Anche l’Application Management ha subito pressioni, generate da richieste sempre maggiori da parte del business di sviluppare soluzioni applicative nuove e di gestirle in modo ottimale, offrendo continua innovazione. L’implementazione di nuovi sistemi e di tecnologie emergenti ha assunto, infatti, un’importanza strategica per le aziende, ma nello stesso tempo ha richiesto uno sforzo, talvolta vissuto come eccessivo, ai dipartimenti IT, che devono continuamente sviluppare nuove conoscenze e competenze a una velocità senza precedenti.

La ricetta di Convergenze: l’Academy e il work-life balance

Come evitare la change fatigue? Rosario Pingaro, CEO e CIO di Convergenze, ci ha spiegato la sua “ricetta”. L’operatore di telecomunicazioni del Sud Italia (fornisce servizi internet e telefonia per privati e imprese, ma anche energia verde e gas naturale) ha puntato su due pilastri: la selezione e la formazione delle risorse, e l’organizzazione del lavoro.

“Questa strategia ci ha permesso di dar vita a un team IT giovane e affiatato e di trovare, anche grazie ad un mix tra smart working e lavoro in presenza, un work-life balance”. afferma Pingaro. “Inoltre, grazie all’esperienza maturata con il progetto Academy, partito con lo scopo di formare giovani talenti IT e oggi pienamente a regime, siamo maturati nella gestione del lavoro e dei team. Questo ci consente di migliorare giorno dopo giorno”, conclude il top manager.

Mini-guida per il CIO

Un altro fattore di cui i CIO dovrebbero tenere conto, secondo gli analisti di Gartner, è che lo stress del personale IT è una vera questione di business, perché riguarda l’organizzazione aziendale e, come tale, richiede l’intervento dei leader. Un altro elemento chiave è l’empatia: il CIO deve saper capire le emozioni legate al cambiamento che possono insorgere nel suo staff.

Il sostegno del CIO è fondamentale, essendo la figura che ha costante visibilità di come sono distribuite le attività all’interno di un team. Una leadership attenta alle singole persone è un complemento indispensabile di una strategia che vuole ridare produttività ai team IT allontanando le reazioni negative suscitate da un continuo cambiamento. Questo è importante anche per trattenere i talenti in azienda in un momento in cui i talenti IT sono scarsi e contesi.

Patrizia Licata
Di Patrizia Licata
Scrittore Collaboratore

Giornalista professionista e scrittrice. Dopo la laurea in Lettere all’Università La Sapienza di Roma, ho iniziato a lavorare come freelance sui temi dell’innovazione e dell'economia digitale. Scrivo anche di automobili, energia, risorse umane e lifestyle. Da una ventina d’anni collaboro con le principali testate italiane su carta e web.

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